BLOG -Gemellato

Prima o poi smetto. Parte prima

"Prima o poi smetto" altro non è che il titolo di una storia che ho scritto e che forse pubblicheranno (forse...). Ora siccome è roba mia ho deciso di pubblicare qui, in varie parti, questa piccola storia.
Quindi ecco le prime pagine...spero che vi piacciano.

EPILOGO

In quel momento, in quel preciso momento, si accorse che era felice. Anzi, capì cosa fosse la felicità. Capì anche, che altre volte nella vita era stato felice ma non se n’era accorto. Guardando quegli occhi, dietro una vetrata, comprese che la felicità è come quando stai crepando di caldo, ci sono 33 gradi, l’umidità ti toglie il fiato e stai per svenire ma in quel momento si alza una brezza fresca che ti permette di riprendere a camminare.

LA FAMIGLIA DI CARLO

Carlo è un giovane uomo di 30 anni. Un ragazzo normalissimo con una vita normalissima.
Una madre, Mari Sol, insegnate di disegno d’origine spagnola con il vizio di mettere il vino in freezer; un padre Franco, restauratore di mobili antichi, con il vizio, secondo Carlo, di permettere alla moglie di mettere il vino in freezer ed un fratello più grande, Arturo, con il quale tutto sommato ha un buon rapporto.
Una normalissima famiglia quella di Carlo; d’estate, grazie al fatto che Mari Sol durante l’anno aveva messo via un po’ di soldi, si andava in villeggiatura al mare per far respirare aria pulita ai ragazzi. D’inverno i bambini andavano a scuola, i genitori a lavorare. Si pranzava tutti assieme commentando il tg. Il pomeriggio Mari Sol dava lezioni di spagnolo, Franco tornava in laboratorio ed i ragazzi, dopo aver fatto i compiti e visto qualche cartone andavano in piscina. Ogni tanto, naturalmente, capitava che Carlo e Arturo avessero amichetti a casa o fossero loro ad andare a trovarli per studiare e poi giocare magari a calcio nel cortile o per le strade. Dopo cena Mari Sol e Franco scambiavano due chiacchiere davanti alla tv e i ragazzi stavano in camera con Arturo che si piazzava davanti al computer e Carlo davanti ai suoi disegni. Qualche volta c’erano ospiti a casa, altre volte andavano al cinema, in pizzeria o allo stadio tutti assieme.
Poi col tempo Carlo ed Arturo sono cresciuti….c’erano sempre la scuola e lo sport, fondamentali per Franco, però i pomeriggi erano un po’ diversi; Arturo infatti iniziava ad uscire con gli amici e le sue ragazzine, Carlo invece preferiva disegnare fin quando anche lui iniziò a notare le sue compagne di classe, soprattutto Francesca.
Come i bambini diventavano ragazzi, Mari Sol e Franco si facevano un po’ più vecchi. Le situazioni in casa iniziarono a cambiare….c’era qualche litigio. Franco che litigava con Mari Sol, Mari Sol che litigava con Franco e Carlo ed Arturo ogni tanto se la davano di santa ragione. Ma poi tutto tornava apposto.
Si volevano bene gli Astolfi, e se ne vogliono ancora.
Carlo ha dei ricordi pieni d’amore che riguardano la sua famiglia. Ricorda ancora oggi quando un giorno, tornando prima da scuola, trovò i suoi che si baciavano come due ragazzini sul divano; o le notti d’estate passate a parlare di ragazze con Arturo sfumazzando le prime sigarette; o il giorno in cui Mari Sol, con tanto imbarazzo e dolcezza, gli fece il “discurso sul sesso…..” o quando, mentre erano andati a pesca, Franco gli raccontò di come fosse stato lui da giovane e Carlo ha ancora perfettamente impressa nella memoria la sensazione che ebbe quel giorno…capì che lui e suo padre erano tanto simili, proprio loro che parlavano poco perché Franco, sarà stato per l’altezza o per la voce profonda, aveva sempre dato a Carlo l’impressione di uno con cui più di tanto era impossibile parlare.
In poche parole, la famiglia Astolfi era apparentemente la famiglia normalissima nella quale Carlo crebbe.
Ora sia chiaro che “l’apparentemente” è una definizione dello stesso Carlo…. Lui che c’è cresciuto, tutta questa normalità non l’ha mai vista. Mari Sol nonostante 45 anni trascorsi in Italia ha ancora un fortissimo accento spagnolo per il quale, in casa, viene chiamata “Pedro Almodovar”; Franco ha sempre avuto la convinzione che tutti gli oggetti possiedono un’anima e che quindi bisogna parlarci…cosa che più di una volta ha messo Carlo in imbarazzo….del resto, concediamoglielo, quando hai un amico in casa nessuno vorrebbe vedere il proprio padre che stringe un telecomando urlandogli “ahhhh ti eri nascosto sotto il cuscino bastardo!!!”! Per non parlare di Arturo,,che fin dall’età di 15 anni ha iniziato a dire al fratello “tu….tu….sei il fratello minore del Bill Gates del nuovo millennio….non dimenticarlo Cà!!!”.
Va bene su…..piccole cose, tutti abbiamo qualcosa di folle nella nostra famiglia, solo che Carlo ci fa caso. Del resto lui è così. Non gli sfugge nulla.
È anche vero che poi questa follia a Carlo non dispiace….un giorno nonna Claudia, la catto -comunista (cattolica e comunista) mamma di Franco, alla quale era affezionatissimo, gli disse “la normalità è mancanza di coraggio”, gli piacque la frase, da quel giorno la fece sua, anche oggi se fa qualcosa di stupido, nulla di serio Carlo non è sciocco, come mettersi a giocare ad “un, due, tre stella” o a cantare a squarciagola le sigle dei cartoni, ripensa a quella frase e fa spallucce se magari qualcuno lo vede e lo scambia per un pazzo.
Sta di fatto che non è nella famiglia di Carlo che troverete la risposta. E comunque avremo tempo per capirli meglio….gli Astolfi.

(.......continua)

0 commenti:

Archivio blog